Story for #ridelondon100 Prudential Ride London

Per me partire per Londra è un po’ come tornare a casa. Ci ho vissuto 3 anni e non conosco nessun’altra città bene quanto la capitale inglese. Me la sono girata tante volte a piedi, in bus, con la tube e con qualche taxi. Una volta sono anche rimasto bloccato quando il simpatico vulcano islandese eruttò e mi costrinse a rimanervi per un week-end intero, che sofferenza…!
 
Arrivo con un bagaglio ingombrante, perché questa volta me la girerò in bicicletta. Chi lo avrebbe mai detto? Dopo la Mallorca312, qualche granfondo, una tappa del Tour de France, ora girerò per il centro della mia città con la mia specialissima. Mi sento come un giocatore di calcio della domenica a cui è stata data la possibilità di giocare un campionato del mondo con la finale a Wembley.
 
Prima del grande giorno però voglio provare la città da ciclista metropolitano. Così come ho fatto altre volte, mentre la famiglia dorme, mi vesto ed esco sotto il solito cielo grigio. È sabato per cui spero di non trovare troppo traffico. In effetti le strade che faccio per arrivare a Regent’s Park sono poco battute. Quando arrivo noto che le attività attorno al parco fremono. Tanti ciclisti girano a un buon ritmo proprio in un anello di 4Km praticamente senza auto. Mi supera un treno della Islington Cycling Club a una buona velocità e subito mi attacco. Si va veloci e me ne accorgo dal bruciore alle gambe. Qualcuno mi guarda stranito e nota una Wilier mai vista prima da quelle parti. Io noto una donna che regge il ritmo e vola insieme a noi. La sera Strava mi dirà che un giro del parco lo abbiamo fatto a più di 40 Km/h di media, con inclusa una fermata per un rosso al semaforo.
 
Esco dalla centrifuga e mi butto verso il centro. Riconosco Marylebone e punto verso Oxford Circus, dove arrivo dopo 10 semafori rossi e altrettanti camion e bus che mi sfiorano. Mi sento come una sardina tra le fauci di mille balene. Rientro subito verso il parco e poi a casa per proseguire la giornata a piedi tra le strade di Londra, contento dell’esperienza ma anche conscio di quanto sia concreta la pericolosità di queste strade, come immagino quelle di tante città dove non ho mai pedalato.
 
Il giorno della Prundential Ride London si parte la mattina prestissimo. Dovrò essere in griglia per le 6 e secondo i calcoli ci metterò circa un’ora ad arrivarci. Attraverso la città quando il sole ancora non è sorto, accendo la luce posteriore e via con un auricolare ascoltando i suggerimenti di Google Maps che puntualmente non seguo. Arrivo fino a una grossa arteria dove incontro il primo ciclista che inizio a seguire per poi ritrovarmi immerso in un fiume di biciclette che chiaramente puntano alla partenza. Da ricordare l’esperienza di passare davanti a un pub dove è in corso una enorme rissa che i poliziotti stentano a domare, un classico delle serate londinesi, nonostante siano le 5 di mattina…
 
Arrivo alla partenza puntuale come un inglese, seguendo le indicazioni che non lasciano possibilità di sbagliare nonostante ci siano colori e ondata (wave) a dividere il gruppo. Trovo una decina di pompe lasciate con precisione maniacale attorno a un anello, l’ultimo dettaglio prima della partenza: gonfio ed entro in griglia. Guardo il cielo e scorgo una di quelle albe che solo Londra ti può regalare, nuvole gonfie di acqua che corrono veloci sopra la nostra testa, lasciano scorgere il cielo blu perché il vento non permette loro di scaricarsi. Speriamo continui così anche per il resto della giornata.
 
Si parte sulla musica scelta da Mark Webber, un ottimo pezzo rock che pompa tutti alla grande. Si entra in una autostrada e in picchiata scendiamo verso il centro di Londra, dove inizio a scorgere i primi monumenti: la Torre di Londra, Tower Bridge, la City, la grnde ruota London Eye e il Big Ben. Scatto qualche foto e subito vengo ripreso dal solerte addetto: “you cannot use the phone when riding!” mi grida. Ok ok, rimetto nella tasca lo smartphone, ma non pensare che non lo tiri più fuori…
 
Intanto sono a Trafalgar Square e alzo gli occhi verso l’ammiraglio Nelson che mi guarda basito dal suo mezzo di locomozione a quattro zampe. Giro e mi perdo la zona rifornimento dove mi devo incontrare con Giovanni. Poco male, esco dal tracciato e salgo sul marciapiede per risalire la corrente, spero senza sentire un altro solerte addetto urlarmi che non si può fare… Nell’attesa svaligio il punto di ristoro. Quando Gio passa ovviamente sta guardandosi attorno con la videocamera e non si accorge delle mie urla. Inforco la bici e parto all’inseguimento, preso. Da qui la faremo insieme. Godendoci le strade che passano nella periferia di Londra, sui ponti e nei borghi, tra la campagna e le strade tortuose.
 
Attraversiamo Richmond Park in estasi, senza pensare alla velocità o al tempo, semplicemente godendo di questa area verde immensa dove pascolano anche dei meravigliosi cervi. Questo è il modo in cui abbiamo affrontato l’evento in mancanza di sfide epiche da superare: ci godiamo i 160Km del percorso nella campagna inglese. Le uniche due salite della giornata sono un lungo falsopiano e Box Hill. Quest’ultima viene riverita a livelli del Col des Joux Plan e in effetti anche qui qualcuno si ferma lungo i 2.7Km al 6% di pendenza media (!). Con mia sorpresa non dobbiamo soffrire né freddo né la pioggia, anzi, la giornata ci riserva lunghi sprazzi di sole e un cielo azzurro inaspettato.
 
Purtroppo lungo il percorso incontriamo due gravi incidenti che porteranno gli organizzatori a tagliare 26 miglia di strada per permettere l’intervento dell’eliambulanza. Si tratta di una statistica che gli organizzatori riportano in miglioramento rispetto agli anni passati, e in effetti se pensiamo che i partecipanti sono stati 27.000 non possiamo che pensare a come due feriti gravi e 33 persone coinvolte in incidenti siano un numero esiguo. 
 
Abbiamo ormai superato i 100Km ne mancano ancora 60. Inizia un lungo percorso di mangia e bevi che ci porterà ad attraversare una serie di paesini dove una folla festante ci accoglie con urla, divise sgargianti e profumi di street food. Scambiamo qualche cinque con i bambini che ci chiedono di farlo con le loro braccia protese verso di noi. Emozionante.
 
Ci fermiamo all’ultimo ristoro che pare piuttosto una enorme mensa dove poter sfogare tutta la fame fin qui accumulata, con bagni a volontà e personale attento a soddisfare le richieste dei ciclisti. Indimenticabili le gallette intrise di caramello, le rivoglio!
 
Siamo finalmente nella periferia di Londra ed è impossibile non accorgersene. Passiamo attraverso il borough di Wimbledon dove scorgo i cartelli che portano ai campi da tennis. Qualche curva in mezzo alla folla festante e si riparte. Entriamo nella metropoli superando il Putney bridge attraversando Fulham. Costeggiamo il Tamigi lungo il quartiere di Chelsea dove tiriamo con un paio di ciclisti per goderci questi ultimi chilometri.
 
La parte finale è un tripudio di emozioni che ci porta a superare prima il Big Ben da cui non riesco a staccare lo sguardo. La folla che ci accoglie è diventata immensa mischiata com’è con i turisti della domenica che cercano di attraversare le strade per assistere al cambio della guardia. Entriamo in Trafalgar Square dove l’ammiraglio mi strizza l’occhio. Mi alzo sui pedali per arrivare veloce al traguardo.
 
L’ultima sorpresa è trovare la famiglia ad accogliermi sulla linea del traguardo, riuscire a scorgere le facce tra la folla mi sembrava impossibile, invece eccoli! Ci abbracciamo e commentiamo quello che sta succedendo intorno a noi, perché migliaia di ciclisti stanno attraversando il traguardo e puntano a ricevere la propria medaglia celebrativa. Dopo l’abbraccio con Gio puntiamo verso Green Park dove ci sdraieremo sull’erba a raccontare del giro e rilassarci con un hamburger e una meritata birra fresca, come solo gli inglesi sanno fare.
 
 

Type: 
Ride
Workout_type: 
default
Date: 
2016-07-31T05:42:43Z
Avg Pace: 
1:54/km
Elevation: 
1154.4
Distance: 
160705
Moving time: 
18313
Activity id: 
659771058
Strava title: 
#ridelondon100 Prudential Ride London
Total photo count: 
5
Title: 
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Average speed: 
8.775
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